Una scena dolcissima. Un ragazzo, alto, capelli lunghi e biondi, tiene la mano agganciata a quella della sua ragazza. Avanzano dondolandosi, quasi danzando. Scherzano, si fanno le coccole. Ogni tanto si fermano, si guardano negli occhi, si abbracciano. Poi riprendono a saltellare, a correre, a rincorrersi. A fare girotondi. C’è poco da fare, le persone innamorate fanno più bello il mondo. Guardo meglio, mi sembra di riconoscere il giovanotto. E’ lui, è proprio lui, Alberto. Il mio Alberto.
La mente allora inizia a galoppare, va indietro nel tempo. Era una mattina di primavera, bella e luminosa. Me ne stavo seduto sul sagrato di una chiesa ad aspettare un amico. Una donna che non conoscevo, passando, mi salutò con cordialità. Fece pochi passi, poi ritornò indietro: «Padre, mi scusi – disse – sento il dovere di dirle una cosa importante. Sara, la figlia di un’amica è rimasta incinta. Il fidanzato…
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